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Buffon: "Metto su famiglia"
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Il portiere della Juventus conferma la indiscrezioni che lo vogliono presto papà, però non scende nei particolari: "Sono un gran chiacchierone, ma non quando si parla della sfera privata". Sulla Juve: "Saremo competitivi su tutti i fronti"
Alena Seredova e Gianluigi Buffon: aspettano un figlio. Omega
Alena Seredova e Gianluigi Buffon: aspettano un figlio. Omega
TORINO, 26 luglio 2007 - Buffon conferma le indiscrezioni: sta per metter su famiglia. Le indiscrezioni di una gravidanza della sua compagna, Alena Seredova, erano circolate nei giorni scorsi. Oggi la conferma dal portiere della Juventus e della Nazionale. Alla domanda su un futuro da papà ha risposto così: "Io sono un gran chiacchierone, ma quando si parla della sfera privata no, perchè voglio difendere la mia famiglia". Ci stai dicendo che stai mettendo su famiglia? Gigi abbassa la testa e risponde: "Sì, aspetto un figlio".
LA SFIDA E' APERTA "La Juventus non può limitarsi a un ruolo di semplice comprimaria, ma deve essere protagonista e competitiva su tutti i fronti: e noi lo siamo. Questo non vuol dire che vinceremo sicuramente lo scudetto o che ci sentiamo già la qualificazione in Champions in tasca, ma le volontà della dirigenza e i nuovi giocatori che sono arrivati dimostrano che saremo competitivi fino alla fine. Proprio per questo sono sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta nel voler rimanere qui a Torino: ci ho sempre creduto perchè ne ero convinto e perchè ho sempre saputo che rimanere alla Juve avrebbe voluto dire puntare a traguardi importanti almeno nel medio periodo".
LE AVVERSARIE Ma per vincere, almeno quest'anno, bisognerà superare una concorrenza spietata, con l'Inter campione in carica davanti a tutti in un'ipotetica griglia di partenza: "L'Inter è senza dubbio la squadra da battere perchè ha vinto lo scudetto e si è rafforzata molto quest'estate. Ma lo era già l'anno scorso, quindi non è una novità. Noi comunque siamo fiduciosi e siccome si gioca in 11 contro 11 posso dire che ce la possiamo giocare. Certo se andassero in campo tutti e 30 non ci sarebbe storia". Però le partite contro i nerazzurri avranno sempre un sapore particolare: "La rivalità con l'Inter la sento e non la sento- continua Buffon in conferenza stampa- nel senso che se vuoi vincere alla fine devi battere tutti e non solo loro. Di certo le partite che giocheremo contro Inter, Milan e Torino assumeranno un sapore particolare, ma una rivalità vera e propria non la sento, anche perchè tra i nerazzurri ci sono molti miei amici. Tutto si riduce al campo, appena finisce la partita la rivalità scompare".
SPIRITO GIUSTO "Quest'anno sento proprio un gran bello spirito nella squadra. Come se ci fosse tra di noi un'anima comune, uno spirito collettivo che ci porta a soffrire o a vincere tutti insieme. Poi ci sono i nuovi arrivati che mi hanno colpito molto e daranno tanto a questa squadra, oltre ai campioni già affermati che sono rimasti. Ad esempio mi hanno colpito moltissimo la facilità di calcio di Almiron che mi ricordavo da quando mi fece un gran gol da trenta metri, l'abilità nella regia di Tiago e soprattutto la personalità e la duttilità di Nocerino". Poi c'è Ranieri, uno che dal gruppo si è subito fatto apprezzare: "Di lui mi ha colpito molto il fatto che sia una persona globalizzata, arricchita da tutte le esperienze che ha fatto all'estero durante la sua carriera. Poi ha un modo molto umano di rivolgersi a noi giocatori e questo è un aspetto che in generale ci responsabilizza parecchio".
DEL PIERO Per far quadrare il cerchio ora non rimane che definire il prolungamento del contratto di Del Piero: "Non penso che Ale e la società abbiano difficoltà a mettersi d'accordo, soprattutto per quello che lui rappresenta per noi e per la società. Totti? Mi spiace che abbia lasciato la Nazionale perchè è un grande campione e un ottimo ragazzo. Credo che abbia fatto una scelta coraggiosa ma in linea con il suo ultimo anno, ma non sono in grado di dire se la Federazione abbia gestito male la situazione".
 

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Ibrahimovic "tifa" per Chivu
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"E' importante che arrivi" spiega lo svedese dell'Inter, che fissa anche l'obiettivo: "Dobbiamo riprendere da dove abbiamo lasciato, ma ora tocca alla Champions". Sulla Juve: "Non lo dice ma pensa allo scudetto"
Zlatan Ibrahimovic, 25 anni, all'Inter dalla scorsa estate. Ansa
Zlatan Ibrahimovic, 25 anni, all'Inter dalla scorsa estate. Ansa
MILANO, 26 luglio 2007 - "È importante che Chivu arrivi". Anche Zlatan Ibrahimovic, che di Chivu è stato compagno di squadra nell'Ajax, non vede l'ora che il difensore romeno della Roma lo raggiunga all'Inter. Lo svedese lo reputa un tassello fondamentale per trasformare in realtà le ambizioni Champions nerazzurre.
OBIETTIVO CHAMPIONS - "Dobbiamo vincere - ha detto Ibrahimovic a Studio Sport- una cosa alla volta. Dopo lo scudetto ora vogliamo la Champions. Dobbiamo riprendere da dove avevamo lasciato, continuare come l'anno scorso e non sarà facile. Quest'anno abbiamo maggiore pressione per lo scudetto vinto. Nella mia carriera ho sempre scelto le squadre giuste, dove sono andato ho vinto ma non dipende da me. Ho giocato in grandi squadre con grandi giocatori, da soli non si vince nulla".
VECCHI E NUOVI -Poi Ibra ha fatto il punto sul suo stato di forma e sui nuovi arrivati: "Sto bene però mi manca ancora un po' di forza nelle gambe. Mi alleno a parte per raggiungere una condizione perfetta. Suazo? Un grande giocatore, con lui tutto è più facile. Ha buona qualità, velocità, butti il pallone in avanti e ci pensa lui. Adriano? L'ho visto bene nel ritiro di Brunico. Arriverà anche il suo momento". Infine sulle avversarie: "La Juve? Secondo me è forte e lo scudetto è un obiettivo che ha in testa".
 

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Lele Mora lancia Moggi
per l'allenatore nel pallone
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In attesa del primo ciak (20 agosto) prende forma il cast da affiancare a Oronzo Canà. L'ex dg della Juventus contattato per un ruolo anche se Lino Banfi ammette: "Non ne so niente"
L'ex dg della Juventus Luciano Moggi, 70 anni. Ap
L'ex dg della Juventus Luciano Moggi, 70 anni. Ap
MILANO, 26 luglio 2007 - Se la notizia riportata da "Star Tv" fosse confermata, si può dire con certezza che il cast è completo e le riprese posso cominciare. "L'allenatore del pallone 2", secondo episodio del cult movie che oltre vent'anni fa rese celebre il tecnico Oronzo Canà (Lino Banfi), ha già ottenuto il "sì" di Del Piero, Zambrotta, Materazzi, Pruzzo, Ancelotti, Graziani. E poi ancora Carlo Mazzone, forse Falcao, il sogno è Pelè. Ma Luciano Moggi, in questo senso, potrebbe sbaragliare la concorrenza.
LELE MORA - Non essendo calcio, ma spettacolo, Moggi ha rinunciato a gestirsi da solo, affidando la "procura" a Lele Mora, il re delle starlette televisive, a quando pare amico di vecchia data: "Ci conosciamo da una vita - ha dichiarato Mora a "Star Tv" - e tra noi ci sono sempre stati grande stima e rispetto. Ora che vuole divertirsi e fare cose che non poteva fare prima" gli dà una mano.
IL COPIONE - Luciano Moggi, però, non ha ancora accettato la proposta. Prima vuol vedere il copione, conosce la sua parte: "Luciano è il più grosso personaggio del calcio italiano che ha contribuito a rendere ancora più grande - dice ancora Mora - e grazie a lui tanti calciatori sono diventati grandi: voglio che nel film abbia una parte importante, non voglio ironia o prese in giro, Moggi va trattato con rispetto".
SMENTITE - Attualmente, Luciano Moggi è ancora implicato nella vicenda calciopoli con il figlio Alessandro, Davide Lippi, Pasquale Gallo, Franco Zavaglia e Francesco Ceravolo per associazione a delinquere finalizzata all'illecita concorrenza con minacce e violenza. Fino a ottobre, nessuno di questi sfilerà davanti ai magistrati. Chi parla, però, è Lino Banfi, l''attore protagonista del film, a suo dire tenuto all'oscuro di tutto: "Non ne so niente, non mi risulta".
 

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Una voce dalla Spagna:
scambio Cassano-Solari
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Il quotidiano "Marca" ipotizza uno scambio tra il centrocampista nerazzurro e l'attaccante dei blancos, che Schuster non vedrebbe l'ora di cedere
Antonio Cassano, attaccante del Real Madrid. Ansa
Antonio Cassano, attaccante del Real Madrid. Ansa
MADRID (Spagna), 26 luglio 2007 - Antonio Cassano all'Inter. Secondo il quotidiano spagnolo Marca, il Real Madrid, che lo ha scaricato, pensa ad un possibile scambio con il club nerazzurro: Cassano a Milano e Solari di ritorno a Madrid. L'esterno mancino al Santiago Bernabeu ha giocato per cinque stagioni lasciando un buon ricordo e potrebbe rientrare nei piani del nuovo tecnico, il tedesco Schuster, che invece non contempla l'opzione Cassano tra quelle per l'attacco. Tra l'altro l'argentino guadagna anche meno della punta barese, quindi per i campioni di Spagna gli aspetti positivi di questa transazione sarebbero anche di natura economica. L'Inter, da parte sua, scommetterebbe sulla rinascita di un giocatore dal talento immenso, stimato da Mancini, che lo ha più volte lodato. Solari, del resto, in nerazzurro ha sempre avuto uno spazio ridotto. Resta però da capire se l'Inter - che in rosa ha Ibrahimovic, Adriano, Crespo, Cruz, Suazo e Recoba - abbia davvero necessità di un rinforzo in attacco.
 

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Milan: è Motta il Mister X
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Nonostante il "depistaggio" di Galliani che ha sempre parlato di attaccanti, i rossoneri puntano al centrocampista del Barcellona con passaporto italo-brasiliano, Emerson l'alternativa. Una strategia che terrebbe libero il posto per Pato a gennaio
Thiago Motta, 24 anni, centrocampista del Barcellona. Reuters
Thiago Motta, 24 anni, centrocampista del Barcellona. Reuters
MILANELLO (Va), 26 luglio 2007 - La verità, spesso, va oltre le parole. Soprattutto quando l’argomento è il mercato e si devono tenere segreti i veri obiettivi per far sì che il prezzo non si alzi troppo o che non si scatenino aste. Prima di partecipare alla riunione della Lega Calcio, Adriano Galliani dice: “Volete sapere chi è Mister X? Posso dirvi che non è italiano. È extracomunitario, ma potrebbe diventare comunitario entro il 31 agosto. Non è né Julio Baptista, né Tevez. Se sarà possibile, prenderemo Pato più un altro giocatore. Emerson? Abbiamo avuto la tentazione di prenderlo, ma poi abbiamo deciso di non togliere spazio a Gourcuff. Non prenderemo un altro centrocampista”.

IDENTIKIT - Tutti continuano a pensare che, oltre a Pato, il Milan stia inseguendo un attaccante, però gli occhi dei dirigenti sono in realtà puntati su un centrocampista. La questione è semplicemente numerica: nella rosa ci sono già quattro punte (considerando anche Kakà), se a gennaio arriva Pato diventano cinque, e quindi è abbastanza improbabile che Galliani e Braida vogliano aumentare la concorrenza mettendo le mani, come si vocifera, su Julio Baptista (elemento seguito e in rotta con il Real Madrid). Il Mister X del Milan, quasi certamente, è un centrocampista e potrebbe rispondere ai nomi di Thiago Motta del Barcellona o di Emerson del Real Madrid. Il primo è nettamente favorito, dopo che sul secondo è sorta qualche perplessità sul suo stato fisico. A rivelare il piano di mercato è stato lo stesso presidente Berlusconi, durante il pranzo con gli sponsor al raduno di lunedì a Milanello. Poi, in conferenza stampa, con abilità ha evitato di pronunciare il nome e ha parlato di un rinforzo per il reparto d’attacco. Strategia preparata con i dirigenti, Galliani in testa.

CONTATTI - Per il Milan, quindi, dovrebbe esserci il giovane Pato a gennaio e il 24enne Motta subito. L’operazione non sarà semplice, ma i contatti con il Barcellona sono stati avviati da tempo e in gran segreto. Il giocatore costa circa 7 milioni di euro. Il direttore tecnico del Barcellona, Txiki Beguiristain, dopo l’acquisto di Touré, ha dichiarato: «L’esperienza di Motta è conclusa qui da noi. Se ne andrà, ha diverse offerte». Il procuratore Jorge Mendes si è subito messo al lavoro e sembra proprio che la collocazione Milan sia molto gradita. Motta è reduce da un brutto infortunio al ginocchio, ma si è rimesso alla grande e ha partecipato all’ultima parte della stagione. E’ un centrocampista potente e tecnico: 1 metro e 86 centimetri per 75 chilogrammi, piedi buoni, il sinistro soprattutto. Gioca da mezzala, è bravo in fase difensiva e anche negli inserimenti in attacco. Con il Barcellona, nell’ultimo campionato, ha totalizzato 14 presenze (5 da titolare), però non ha mai segnato. Sei i gettoni in Champions League. Nel gruppo blaugrana è chiuso da Xavi, Deco, Iniesta e Tourè: logico che non accetti più la panchina, visto che è in Catalogna da ormai 8 anni.

PROGETTO - Motta ha il passaporto italo-brasiliano, quindi è comunitario e quindi sarebbe possibile l’acquisto di Pato a gennaio. Il progetto di Galliani è chiaro: andare a prendere i talenti brasiliani prima che sbarchino in Europa, perché costano meno e il loro valore in poco tempo si triplica. Così è stato per Kakà e così potrebbe essere per Pato. In ogni caso, nelle intenzioni dei dirigenti rossoneri, c’è un Milan sempre più targato Brasile.
dai nostri inviatiAlessandra Bocci e Andrea Schianchi
 

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Il Bayern sotto il segno di Ribery
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Senza Toni infortunato, la squadra di Hitzfeld conquista la finale della Supercoppa di Lega, con il francese protagonista. Si ferma al primo turno dei preliminari di Champions il sogno dei sanmarinesi del Murata
Franck Ribéry (a destra), 24 anni, esulta dopo il gol. Reuters
Franck Ribéry (a destra), 24 anni, esulta dopo il gol. Reuters
MILANO, 25 luglio 2007 - Mentre in Italia la kermesse delle amichevoli tiene banco (l'unica squadra attualmente impegnata nelle coppe è la Sampdoria in Intertoto), in Europa si gioca per un posto nella fase a gironi di Champions League oppure, come in Germania, per la Supercoppa tedesca.
ECCO RIBERY - E' già spettacolo tra le potenze calcistiche della Bundesliga, che ha scelto le regine della finale della Supercoppa di Lega. Se la contenderanno Bayern Monaco e Schalke 04 sabato prossimo. Senza Luca Toni, ancora infortunato, i bavaresi hanno sconfitto lo Stoccarda per 2-0 grazie alle reti di Ribery nel primo tempo e di Wagner nella ripresa. Ieri, invece, lo Schalke 04 aveva avuto la meglio sul Norimberga per 4-2. Segnale importante quello della formazione di Hitzfeld che ha avuto la meglio sui vincitori del campionato 2006/2007, sottolineando così una campagna acquisti efficace. A cominciare dal francese Ribery, autentico furoiclasse, capace di fare la differenza in campo.
MURATA ADDIO - E' finita l'avventura del Murata di San Marino, eliminato nel primo turno dei preliminari di Champions League. Il Murata, dopo la sconfitta in casa per 2-1, è stato nuovamente battuto, questa volta 2-0, dai finlandesi del Tampere United. Passano anche al secondo turno Pyunik Yerevan, Ventspils, Levadia Tallinn, Elfsborg, Hafnarfjardar, Zilina e Domzale, che si qualificano al secondo turno insieme a Bate Borisov, Astana, Zeta Golubovci, Sheriff Tiraspol, Sarajevo e Dinamo Zagabria, già passate dopo gli incontri di martedi. Le gare di andata del prossimo turno preliminare sono in programma il 31 luglio e il 1 agosto, con ritorno il 7 e l'8 agosto.
 

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Manchester, Nani convince
Liverpool, Torres a sprazzi
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I Red Devils chiudono la tournée in oriente con un 3-0 al Guanghzou: sugli scudi il baby portoghese. I vice-campioni d'Europa perdono la finale dell'Asia Cup contro il Portsmouth. Esordio positivo per lo spagnolo, che però sbaglia un rigore
Wayne Rooney braccato da Oliveira. Ap
Wayne Rooney braccato da Oliveira. Ap
MILANO, 27 luglio 2007 - Ancora una vittoria per il Manchester United nella sua tournée asiatica. I Red Devils hanno superato per 3-0 il Guangzhou Pharmaceutical andando a segno con Rooney su rigore e il neo acquisto Nani nel primo tempo, mentre nella ripresa il difensore Kieran Lee ha arrotondato lo score. Bilancio finale della tournée in Estremo oriente dello United: tre vittorie e un pareggio. Prossimo impegno, il 1° agosto contro l'Inter.
LIVERPOOL, K.O. AI RIGORI - C'era molta attesa a Hong Kong per la finale dell'Asia Cup tra Portsmouth e Liverpool. Più che per la partita in sé, per il possibile debutto in maglia Reds di Fernando Torres. Lo spagnolo è entrato dopo un'ora di gioco: qualche giocata interessante, un paio di tiri fuori di poco. Il ragazzo c'è, e con Kuyt l'intesa sembra già buona. Chi invece ha deluso è stato l'olandese Babel, abulico e fuori condizione. Il match è finito 0-0, dopo 90 minuti equilibrati. Trofeo assegnato ai rigori, dunque: qui è salito in cattedra l'ex portiere dei Reds David James, che ha parato le conclusioni proprio di Torres e di Benayoun
 

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Juventus, difesa in vendita
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Il Manchester City bracca Chiellini, il Valencia pensa a Boumsong, il Besiktas insegue Legrottaglie. E con il soldi ricavati dalle cessioni potrebbe arrivare la ciliegina di mercato da affiancare ad Andrade
La grinta di Giorgio Chiellini, gladiatore con l'Under 21. Reuters
La grinta di Giorgio Chiellini, gladiatore con l'Under 21. Reuters
MILANO, 27 luglio 2007 - La Juventus prepara l'ultimo colpo di mercato. Che potrà arrivare, ciliegina sulla torta di una campagna acquisti importante e dispendiosa, grazie ai soldi ricavati da qualche cessione. Il reparto al centro dell'attenzione, sia in entrata che in uscita, è la difesa. Oggi i "rumors" arrivano da Spagna e Inghilterra.
BOUMSONG - Il quotidiano spagnolo As informa che il Valencia, atteso dai preliminari di Champions League, è sulle tracce di Jean Alain Boumsong. Il difensore francese lo scorso anno, il primo in bianconero, ha deluso profondamente. Con l'addio di Deschamps sembrava destinato a lasciare Torino, non incluso nei piani tecnici di Ranieri. Pareva imminente l'accordo con il Bordeaux, poi invece sfumato. Il difensore chiede una seconda possibilità, una prova d'appello, e vuole giocarsi le sue carte nella nuova Juventus da serie A. Ranieri ha dichiarato di non aver preconcetti nei confronti dell'ex Newcastle, e di seguirlo con attenzione, per valutare se il centrale riuscirà a vincere la sua scommessa. Però un'offerta seria del Valencia sarebbe una bella tentazione per Ranieri, per la Juve e per lo stesso Boumsong, che potrebbe esibirsi nelle coppe europee e giocarsi un posto accanto al nuovo acquisto (dal Real Madrid) Ivan Helguera.
CHIELLINI - Quella di Chiellini sarebbe una cessione più dolorosa. Ma motivata dall'offerta consistente del Manchester City di Eriksson. La Bbc inglese, una fonte autorevole, sostiene che il club che ha negli Oasis, famosa band musicale britannica, i tifosi più illustri, sarebbe disposto a spendere 7 milioni di sterline, circa 10 milioni di euro, per il capitano dell'Under 21 agli ultimi Europei di categoria. Una bella sommetta, che potrebbe essere accettata, anche perchè Chiellini è stato il primo scontento stagionale del gruppo Juventus, chiedendo un "riconoscimento agli sforzi profusi per conquistare la serie A", in pratica un aumento di stipendio (guadagna 900mila euro a stagione fino al 2011) che la società, per bocca di Ranieri, non ha gradito. Chiellini ha 22 anni e ampi margini di miglioramento sia da esterno sinistro che da centrale difensivo, per cui, come ha ribadito il presidente Cobolli Gigli, non sarà lasciato partire a cuor leggero. Ma 10 milioni di euro sono un'offerta da valutare attentamente.
LEGROTTAGLIE - Tra i difensori in partenza c'è pure il difensore ex Chievo, che sembra aver accettato il trasferimento in Turchia, al Besiktas. Ma l'accordo non è stato ancora formalizzato.
IL RINFORZO - Naturalmente in caso di cessione di almeno due dei tre difensori in trattativa è lecito attendersi un nuovo arrivo in casa Juve. Probabilmente un centrale di ruolo, poichè le fasce (a destra ci sono Zebina, Grygera, Birindelli e all'occorrenza Salihamidzic, a sinistra Criscito, Molinaro e lo stesso Grygera) sembrano adeguatamente coperte. In pratica arriverebbe l'uomo da affiancare ad Andrade. Tante ipotesi e nessuna certezza. La trattativa per il portoghese Meira dello Stoccarda sembra arenata, i nomi nuovi potrebbero essere Zapata, colosso dell'Udinese, Heinze, argentino del Manchester United corteggiato anche dal Liverpool (ma Ferguson ha dichiarato che non lo manderà a rafforzare una concorrente di Premier League) e Senderos, svizzero dell'Arsenal.
 

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Eriksson, svolta generosa
Ora dà mance a tutti
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Il neo allenatore del Manchester City ha stupito per generosità: ricompensa largamente chiunque gli offra i suoi servizi. Un'immagine del tutto nuova per un tecnico che passava per tirchio...
Sven Goran Eriksson ha recententemente firmato per il Manchester City. Reuters
Sven Goran Eriksson ha recententemente firmato per il Manchester City. Reuters
MANCHESTER (Inghilterra), 27 luglio 2007 - Per anni, gli hanno appiccicato l’etichetta di “tirchio”, anche se Sven Goran Eriksson, da buon svedese, ha sempre preferito definirsi “parsimonioso” nella gestione dei suoi milionari guadagni. Ora, però, il neo allenatore del Manchester City ha deciso di cambiare vita e, forse spinto dalla prodigalità nello spendere del suo nuovo boss Thaksin Shinawatra, che gli ha messo a disposizione un portafoglio da 50 milioni di sterline (74 milioni di euro) per la campagna acquisti (l’ultimo obiettivo sarebbe Kieron Dyer del Newcastle con un’offerta di 4,5 milioni di sterline, ovvero 7 milioni di euro), Eriksson si è messo a “scialare” con le mance, lasciandone di sostanziose a chiunque abbia avuto la fortuna di trovarsi sulla sua strada. Al solito, è stato il pettegolo Sun a rivelare questa inedita versione spendacciona dell’ex c.t. della Nazionale inglese.
GENEROSITA' SENZA CONFINI - I primi beneficiari della sua conquistata generosità sarebbero stati i camerieri del ristorante giapponese “Sapporo Teppanyaki”, omaggiati martedì sera di ben 100 sterline di mancia (circa 150 euro) per il servizio durante la cena. Non solo. Stando al racconto di un altro ospite del ristorante, prima di lasciare l’esclusivo locale con la promessa di tornarvi presto, Eriksson avrebbe anche posato per una foto-ricordo con gli chef e firmato il “guest book”, definendo il cibo “favoloso”. Tornando in hotel (abita al Lowry in attesa di trovare una casa che gli piaccia), l’allenatore del City ha poi allungato altre 50 sterline (74 euro) all’attonito portiere solo perché quest’ultimo gli ha aperto la portiera della macchina (gesto che fra l’altro rientrerebbe nei suoi compiti). Ma nemmeno gli autisti dei taxi hanno di che lamentarsi di Sven “manica larga”: uno di loro si è visto ricompensare con 20 sterline (30 euro) per una corsa in cab che ne era costata 6 (circa 9 euro). “Mi ha dato più del triplo – ha confidato al tabloid – e sono rimasto molto colpito, anche se resto tifoso dello United”.
EVOLUZIONE - Un comportamento impensabile per l’Eriksson vecchia maniera. “E’ generoso all’inverosimile – ha spiegato una fonte del City – ed è davvero un gentiluomo d’altri tempi. Ha conquistato tutti con i suoi modi gentili e garbati e per la velocità con la quale ricompensa un buon servizio che gli viene fatto”. Ma il perfido Sun non si è lasciato scappare l’occasione di ironizzare sulla svolta spendacciona di Eriksson: “E’ un bene che lo paghino una fortuna….”, ha commentato, ricordando che il nuovo tecnico del Manchester City incassa 1 milione di sterline l’anno (circa 1,5 milioni di euro) e ha un conto in banca multimilionario. Come dire: qualche spicciolo di mancia non può certo mandarlo in rovina….
 

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L'ultima di Calderon su Capello
E per Kakà si dà altri due anni
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Il presidente del Real aveva ripetuto: "Abbiamo rotto perché mi chiedeva dei difensori". Ora dopo aver preso 2 centrali e un portiere, dice: "Don Fabio una medicina amara per tornare a vincere: poi si doveva cambiare"
Ramon Calderon, presidente del Real, con Capello. Ansa
Ramon Calderon, presidente del Real, con Capello. Ansa
MADRID, 29 luglio 2007 - Dopo l'intervista al Pais nella quale ribadiva in un paio di occasioni di aver licenziato Capello perché gli chiedeva di prendere dei difensori, Ramon Calderon si traveste da medico e cambia rotta. Visto che il Real Madrid ha preso ben due centrali (e un portiere) su 4 acquisti in totale, nel colloquio con La Razon il presidente della Casa Blanca per spiegare le ragioni della cacciata di Don Fabio si lancia in una disquisizione più da Asl che da bar.
MEDICINA AMARA - "Capello è stato fischiato anche la sera del trionfo ed è una cosa inaudita se si pensa che per il club era la prima vittoria dopo quattro anni. Il gioco di Capello non era quello che volevano i tifosi per il secondo anno. Lo hanno accettato per il primo, perché era come una medicina che va presa anche se ha un saporaccio, perché ti cura. Ottenuto il titolo ingoiando una medicina che non ci piaceva ma che ci ha fatto guarire, ora siamo sani e pronti a recuperare il bel gioco". Poi un ricordo: "In febbraio, ai tempi della pañolada, difesi Capello e pretesi che restasse. A stagione finita abbiamo fatto una riflessione, sapevamo che avremmo continuato a giocare così... Nell'ultima partita il pubblico se l'era presa con l'allenatore. Vedevano Emerson e Diarra e gridavano 'Guti! Guti!'. Comunque non voglio 'far legna con l'albero caduto', perché sono molto grato a Capello per il titolo che ci ha fatto vincere, e dovrebbe esserlo anche la tifoseria".
PULCI - L'intervista serve a Calderon per difendersi dalle voci che lo vorrebbero in fase di rapido arricchimento alle spalle del Madrid: "Si, so che i miei nemici mi controllano. Ma non ho nulla da nascondere. Ho chiuso il mio studio di avvocato perché dopo 30 anni di lavoro pensavo di aver diritto alla pensione. Ho guadagnato abbastanza e mia moglie ha un'attività che rende parecchio".
KAKA' NEL 2009 - Non poteva mancare la domanda sulle promesse elettorali non mantenute, Robben, Cesc e Kakà. "Arriveranno tutti entro la fine del mio terzo anno di mandato: potremmo ipotizzare che Robben arrivi subito, Cesc tra un anno e Kakà il seguente". Pepe, centrale difensivo pagato 30 milioni di euro, 6 in più di quanto speso dal Barcellona per Henry: "Finirà con il trasformarsi in un acquisto economico. Avevamo il dubbio Chivu-Pepe. Fortunatamente abbiamo preso Pepe per questa cifra senza tanto rumore, perché se si fosse saputo in giro l'avremmo pagato ancora di più. Tutti mi hanno detto che è il migliore". Una stoccata anche a Ronaldo: "Non rientrava nella filosofia dello spogliatoio, e il suo ciclo era finito. Abbiamo fatto bene a venderlo, ora c'è un ambiente meraviglioso. Non l'abbiamo venduto prima perché Capello ci disse che non era logico rimanere solo con Van Nistelrooy". Per chiudere, un ringraziamento a Capello: "Ha portato di più che la semplice disciplina. Ha risvegliato l'ambizione di tutti, facendo sentire importanti i giocatori".
 

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Schuster non molla il sogno Kakà
Il Real Madrid non ha ancora perso la speranza diarrivare a un giocatore di alto livello come il milanista Kakà per rinforzare la squadra per la prossima stagione. È quanto ha affermato il nuovo tecnico Bernd Schuster. "Pochi mesi fa - ha spiegato alla tv tedesca Zdf Schuster - il Real era su Cristiano Ronaldo del Manchester United e poi su Kakà per il quale ha offerto 80 milioni di euro. Questa possibilità esiste ancora. Noi - ha aggiunto il tecnico del Real - abbiamo una valigia colma di denaro e alla fine uno o due due giocatori arriveranno. Tuttavia è difficile convincere i grandi giocatori a lasciare i loro club". Il Real ha già speso 30 milioni di euro per rinforzare la sua difesa strappando ai portoghesi del Porto il difensore centrale Pepe. Kakà è un obiettivo del Real Madrid da quando il suo presidente Ramon Calderon è stato eletto nel luglio del 2006: proprio allora Calderon promise l'acquisto dell'attaccante brasiliano. Il giocatore del Milan ha comunque manifestato l'intenzione di voler restare al Milan con il quale ha un contratto che scade nel 2011. Altro obiettivo del Real è il centrocampista dell'Arsenal Cesc Fabregas
 

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Ufficiale: Capello esonerato
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Il Real gli ha dato il benservito. Il d.g. Mijatovic: "Lo ringrazio per quello che ha fatto". Di Schuster nessun accenno: "Il nuovo tecnico dovrà essere esperto, con una buona conoscenza del calcio spagnolo, se giovane tanto meglio". Licenziato anche Baldini
Capello con Gutierrez e Raul: insieme hanno vinto la Liga. Ap
Capello con Gutierrez e Raul: insieme hanno vinto la Liga. Ap
MADRID, 28 giugno 2007 - Il primo esonero della storia sportiva di Fabio Capello è arrivato alle 13.41. A comunicarlo al mondo, Pedja Mijatovic, dg del Real Madrid ma soprattutto l'uomo che lo scorso anno volle a tutti costi prendere Capello per rifondare il Madrid e vincere subito. Don Fabio ha fatto ciò che gli è stato chiesto, ma non è bastato. "Cerchiamo altro, guardiamo al futuro, e il profilo del nostro nuovo allenatore sarà diverso da quello di Capello", ha detto Mijatovic. Più volte durante la lunga conferenza stampa gli è stato chiesto di delineare e descrivere meglio il profilo del nuovo tecnico: prima il dg si è trincerato dietro frasi di circostanza, poi ha parlato di "esperto, con una buona conoscenza del calcio spagnolo, se giovane tanto meglio". Sui primi due punti, Capello non ha molti rivali.
FUORI TUTTI - Con Don Fabio se ne vanno tutti i suoi collaboratori, Italo Galbiati, Massimo Neri e Franco Tancredi, e anche Franco Baldini, "Che non era legato a Capello. Franco l'ho chiamato io, e ieri sono stato io a dirgli che non avrebbe continuato con noi", ha specificato Pedja. Capello ancora non è stato avvertito. "Ho parlato con il figlio, che è anche il suo avvocato, ma Fabio sta volando da una città all'altra e non ho potuto comunicargli la notizia direttamente. Lo farò appena possibile. Comunque lo ringrazio per tutto quello che ha fatto". Il futuro sembra restare incerto. Mijatovic si è mostrato irritato per le domande su Miguel Angel Portugal, l'uomo che gli vorrebbe affiancare il presidente al posto di Baldini, e non ha voluto rivelare il nome del successore di Capello, dicendo piuttosto che c'è una rosa di candidati. Il dg non vede di buon occhio Schuster, ma non ci sono grandi dubbi sul fatto che sarà lui il nuovo allenatore del Madrid.
NIENTE FRETTA - Poi una frase che dovrebbe far venire i brividi agli aficionados del Madrid: "Non abbiamo fretta, la decisione sul nuovo allenatore va presa con calma. C'è tempo, almeno una settimana". Il Barcellona ha già preso Henry e Toure, il Real Madrid è paralizzato sul mercato e senza allenatore, ma il dg dice che non c'è fretta. "Sarà un'estate molto lunga per noi". La decisione di mandar via Capello è stata presa dalla giunta direttiva e dal presidente del Real all'unanimità. Il tecnico italiano era arrivato il 5 luglio scorso. Nemmeno un anno dopo viene accompagnato alla frontiera, una cosa che il quotidiano madrileno As aveva chiesto, strillando in prima pagina, già nel gennaio scorso.
 

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Ronaldinho ora è un cartoon
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Il fuoriclasse brasiliano ha accettato di prestare la propria immagine "animata" per un videogioco della consolle Nintendo Wii. Il lancio nel prossimo autunno
Il Ronaldinho virtuale che apparirà su Wii
Il Ronaldinho virtuale che apparirà su Wii
MILANO, 28 luglio 2007 - Ronaldinho diventa un cartoon per la consolle Wii della Nintendo. L'asso brasiliano ha, infatti, accettato di prestare la propria immagine in versione disegno animato agli utenti da salotto del nuovo videogioco "Fifa 08", disegnato dalla EA Sports, che potranno scegliere la sua caricatura come avatar con cui identificarsi.
EMOZIONE - E' la prima volta che un calciatore accetta di immergersi completamente nel mondo virtuale di un videogame e questa sfida ha entusiasmato il campione del Barcellona fin dall’inizio: "La cosa per me più importante - ha spiegato Ronaldinho - era che l'immagine scelta per rappresentarmi fosse in grado di dimostrare il piacere e la passione che sento quanto gioco a calcio". Un problema che, per la verità, non si sarebbe nemmeno mai posto, come ha confermato Tim Tschirmer, produttore del gioco: "Vedendo giocare Ronaldinho, non è stato difficile riuscire a catturare tutta l’emozione e la passione che lui regala quando è sul campo e che riesce a trasmettere a chi lo guarda".
AUTUNNO 2008 - "Fifa 08" dovrebbe arrivare sul mercato il prossimo autunno, con Ronaldinho protagonista anche dell' imponente campagna pubblicitaria. Stando al comunicato ufficiale della EA Sports, il fuoriclasse brasiliano sarà il primo Mii per la versione da salotto della consolle Nintendo, utilizzato nell’esclusiva modalità "Footii Party". Le caratteristiche del gioco saranno le stesse di un "party game", con tanto di grafica in stile Nintendo e varie sfide legate al calcio (dai calci di rigore ai palleggi consecutivi) e a Fifa in generale, da giocare in multiplayer insieme agli amici.
 

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L'Inter "blinderà" Ibra
E il sogno resta Messi
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Il direttore tecnico Branca punta a un prolungamento del contratto dell'attaccante fino al 2012. Mentre Moratti stravede sempre più per l'argentino: "E' il giocatore che mi diverte di più al mondo, ma mi dicono che il Barcellona non vuole venderlo..."
Zlatan Ibrahimovic, 25 anni, in azione ieri col Valencia. Ap
Zlatan Ibrahimovic, 25 anni, in azione ieri col Valencia. Ap
29 luglio 2007 - Operazione Ibra 2012. Venerdì notte, dopo la prima cena milanese di Cristian Chivu al ristorante "Il Pontaccio", il direttore dell’area tecnica interista Marco Branca è voluto andare oltre: "Attenzione, non c’è solo Chivu. Potremmo prolungare presto il contratto di Ibrahimovic di due anni, magari alla stessa cifra dell’accordo attuale". Nei dettagli: l’accordo con lo svedese scade nel 2010, ma Branca pensa di legarsi fino al 2012 trattando con Mino Raiola, agente di Ibra che ha già detto di "doversi ancora sedere attorno a un tavolo con l’Inter".
FATTORE MORATTI - Ancora una volta potrebbe essere decisivo Moratti, l’uomo-chiave anche per Chivu: "È stato lui a chiudere, come per Suazo — ha rivelato Branca — e in entrambi i casi ha strappato uno sconto. Sì, un bel colpo". Sembra averci preso gusto, il presidente: dopo aver chiuso con la Roma per 13 milioni più la metà di Andreolli, ora pensa a Messi. "Mi piacerebbe portare Leo all’Inter — ha ammesso — è il giocatore che mi diverte più al mondo. Purtroppo però mi dicono che il Barcellona non ha intenzione di venderlo: il mio resterà un sogno". Branca si accoda: "Il mercato in entrata è chiuso fino al 29 agosto. Negli ultimi due giorni di trattative però cambia tutto: un’azione di disturbo o un colpo di coda sono sempre possibili".
 

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29 luglio 2007 - Operazione Ibra 2012. Venerdì notte, dopo la prima cena milanese di Cristian Chivu al ristorante "Il Pontaccio", il direttore dell’area tecnica interista Marco Branca è voluto andare oltre: "Attenzione, non c’è solo Chivu. Potremmo prolungare presto il contratto di Ibrahimovic di due anni, magari alla stessa cifra dell’accordo attuale". Nei dettagli: l’accordo con lo svedese scade nel 2010, ma Branca pensa di legarsi fino al 2012 trattando con Mino Raiola, agente di Ibra che ha già detto di "doversi ancora sedere attorno a un tavolo con l’Inter".
FATTORE MORATTI - Ancora una volta potrebbe essere decisivo Moratti, l’uomo-chiave anche per Chivu: "È stato lui a chiudere, come per Suazo — ha rivelato Branca — e in entrambi i casi ha strappato uno sconto. Sì, un bel colpo". Sembra averci preso gusto, il presidente: dopo aver chiuso con la Roma per 13 milioni più la metà di Andreolli, ora pensa a Messi. "Mi piacerebbe portare Leo all’Inter — ha ammesso — è il giocatore che mi diverte più al mondo. Purtroppo però mi dicono che il Barcellona non ha intenzione di venderlo: il mio resterà un sogno". Branca si accoda: "Il mercato in entrata è chiuso fino al 29 agosto. Negli ultimi due giorni di trattative però cambia tutto: un’azione di disturbo o un colpo di coda sono sempre possibili".
 

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l brasiliani al Mondiale?
Ubriachi e sovrappeso...
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L'accusa arriverebbe - secondo il quotidiano O Estado de S.Paulo - dal presidente della federazione Teixeira: "C'erano giocatori che rientravano ubriachi in camera alle 6 del mattino. Ronaldo? Come è possibile che un atleta si presenti ai Mondiali pesando 98 chili?"
Ronaldo segna al Ghana durante i Mondiali di Germania. Ap
Ronaldo segna al Ghana durante i Mondiali di Germania. Ap
SAN PAOLO (Brasile), 1 agosto 2007 - Brasile ai Mondiali 2006 con qualche giocatore ubriaco e con Ronaldo pericolosamente vicino al quintale. Sono i dettagli che il presidente della federazione verdeoro, Ricardo Teixeira, avrebbe svelato in una conversazione riportata dal quotidiano O Estado de S.Paulo.
UBRIACATURE - Il giornale fa riferimento alle parole che, a Zurigo, Teixeira avrebbe rivolto a Rui Rodrigues, rappresentante dell'agenzia di marketing addetta all'organizzazione della candidatura del Brasile per i Mondiali del 2014. "C'erano giocatori che rientravano ubriachi in camera alle 4 o alle 6 del mattino", dice riferendosi al comportamento di alcuni atleti nel ritiro svizzero di Weggis. "Era ovvio che la cosa non potesse funzionare. Perchè nessuno se n'è accorto?". Sotto accusa la gestione dell'ex commissario tecnico Carlos Alberto Parreira, che non ha voluto commentare le dichiarazioni attribuite al numero 1 della federazione.
RONALDO SOVRAPPESO - Teixeira avrebbe criticato anche Ronaldo, evidenziando le scarse condizioni di forma dell'attaccante milanista durante i Mondiali dello scorso anno. "Come è possibile che un atleta si presenti ai Mondiali con un peso di 98 chili? Io non sono un atleta e non peso così. Quanti anni ha oggi Ronaldo? Quanti anni avrà ai Mondiali 2010? Dobbiamo trovare un altro Ronaldo".
SOCRATES - Le presunte accuse di Texeira arrivano dopo quelle di Socrates, ex nazionale brasiliano, che pochi giorni fa ha dichiarato: "Prima dei Mondiali del 2006 il Brasile sembrava un circo, i giocatori sembravano delle foche. Juninho meritava di essere titolare, al contrario di Ronaldo che si è presentato pesando 97 kg. Non erano i mondiali di sumo. In Germania era obeso, Ronaldo non è un atleta. Lui e Adriano erano due alberi piantati in attacco".
 

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La Premiership in saldo
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Il caro-prezzi aveva messo in fuga dagli stadi i tifosi, i club sono corsi ai ripari con "tagli" sostanziosi: il record è il -39% del Wigan. Invariati i prezzi per Chelsea e Arsenal: le loro tessere sono le più care ma anche le più richieste
Grazia Neri
Grazia Neri
LONDRA (Inghilterra), 1 agosto 2007 - Hanno vinto i tifosi. La crescente fuga dagli stadi causa aumenti folli dei biglietti (con un incremento del 600% dal 1989) ha, infatti, costretto la Premier League a congelare o addirittura tagliare i prezzi degli abbonamenti di quest’anno. Analizzando la tabella pubblicata dal Daily Star, che compara i prezzi minimi e massimi dei “season tickets” della scorsa stagione con quelli di quest’anno, sono 12 (su 20) i club che hanno deciso di assecondare le richieste dei fan: 8 di loro (compresi Arsenal, Chelsea e Manchester City) hanno lasciato i prezzi uguali a quelli del campionato 2006-2007, mentre 4 li hanno diminuiti, con ribassi anche considerevoli (il record spetta al Wigan, con una riduzione del 39%). Il resto delle società (fra cui Liverpool e Manchester) ha, invece, scelto la strada contraria, facendo lievitare i costi degli ingressi annuali fra il 3 e il 19%.
I MENO – Come detto, il Wigan è il club che più ha preso a cuore la richiesta dei tifosi di un taglio drastico dei prezzi, stabilendo una cifra unica per tutti gli abbonamenti: ovvero, 250 sterline, che rappresenta più del 39% in meno di quanto si pagava lo scorso anno, quando si andava dalle 340 alle 410 sterline per un biglietto annuale, a seconda del posto. Una scelta che Matt McCann, un rappresentante del club, ha così motivato allo Star: “I fan ci hanno spiegato che non venivano allo stadio per via dei prezzi elevati e poi non riuscivano a capire perché dovevano spendere dei soldi per un match quando potevano andare al pub e vederselo gratis”. Da qui, l’idea del sostanzioso sconto. Al secondo posto si piazza, invece, il Blackburn, che ha ridotto i biglietti del 33%, quindi il Bolton, con oltre il 10% di ribasso e l’Aston Villa (-5%).
UGUALI – Quest’anno, i giganti londinesi di Arsenal e Chelsea hanno lasciato i prezzi invariati, sebbene i loro abbonamenti siano i più cari di tutta la Premier, visto che per una stagione all’Emirates Stadium si spendono fra le 885 e le 1825 sterline, mentre a Stanford Bridge si va dalle 530 alle 1150 sterline. Grazie a questa politica di contenimento dei costi, però, l’Arsenal ha polverizzato i 31.000 abbonamenti stagionali e ci sono altre 20.000 richieste in lista d’attesa. Stessa sorte pure per il Chelsea, che ha già registrato il “tutto esaurito”. Di questo gruppo fanno parte anche Birmingham, Derby County, Everton, Manchester City, Middlesbrough e Reading.
I PIU’ – Oltre a Liverpool (+6%, con prezzi compresi fra le 650 e le 700 sterline) e Manchester (+13% e abbonamenti fra le 475 e le 836 sterline, con una previsione di circa 6.000 abbonamenti non rinnovati), gli altri aumenti hanno riguardato il Newcastle (+4%, con biglietti stagionali fra le 380 e le 970 sterline), il Portsmouth (+12,5% e un “range” di spesa fra le 585 e le 745 sterline), il Tottenham (+ 3% e prezzi compresi fra le 509 e le 1550 sterline) e il West Ham (+ 7% e abbonamenti da 595 a 850 sterline). L’incremento più alto è stato, però, del Sunderland, con un +19% che rappresenta un aumento quattro volte superiore al tasso d’inflazione (eppure, sono già 30.000 i tifosi abbonati), mentre il Fulham ha optato per una via di mezzo, diminuendo il costo degli abbonamenti più economici (da 499 a 299 sterline) ma alzando quello per i posti più belli (da 699 a 749 sterline).
 

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Inter, che tonfo!
L'Aston Villa vince 3-0
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Prima sonora sconfitta per i nerazzurri, che dopo il successo dell'Old Trafford sul Manchester crollano a Birmingham. Di Barry (doppietta) e dell'ex milanista Laursen i gol degli inglesi
Materazzi prova a contrastare Moore. Ansa
Materazzi prova a contrastare Moore. Ansa
BIRMINGHAM (Inghilterra), 4 agosto 2007 - E' ancora troppo presto per stupire due volte nel giro di pochi giorni. Ma nessuno, dopo l'esibizione nel teatro dei sogni di Manchester, avrebbe scommesso sul 3-0 dell'Aston Villa sui campioni d'Italia. Imballati e nervosi nell'ultima amichevole della tournée inglese.
NOVITA' - Lo schieramento a tre in difesa è l'aspetto più interessante della squadra apparsa al Villa Park. L'esperimento, messo a dura prova da una squadra che sabato farà il suo esordio in campionato, si esaurisce in meno di venti minuti. Quando Gareth Barry (piatto mancino basso e preciso) porta avanti la squadra di O'Neill, i nerazzurri tornano su posizioni più familiari, quelle del solito 4-3-1-2.
L'OCCASIONE - Le gambe non girano, gli inglesi affondano a sinistra, da dove nascono altri due pericoli annullati da Julio Cesar. In mezzo Dacourt sbatte su Reo-Cocker e Stankovic non incide. Inevitabile quindi che il meglio dell'Inter arrivi solo alla fine del primo tempo: Jimenez trasforma in oro il primo pallone toccato, Ibra riceve l'assist, mette a sedere un paio di difensori e poi tenta un pallonetto che si spegne a lato.
GAMBE PESANTI - L'ingresso di Solari, Suazo e Figo viene "battezzato" dal 2-0 dell'ex milanista Laursen, lasciato solo in area da Stankovic dopo due minuti nella ripresa. La partita si chiude qui perché se si esclusono un paio di guizzi di Suazo e un'occasione di Maxwell a tempo scaduto, l'impressione è che il lavoro degli ultimi giorni abbia lasciato il segno. Certo, il 3-0 si rivela un risultato pesante, ma a Julio Cesar va riconosciuto il merito di aver evitato guai peggiori con un paio di parate decisive su Petrov prima del rigore di Barry concesso piuttosto generosamente dopo un contatto Chivu-Agbonlahor. Comunque troppo poco per lanciare l'allarme: il 19 agosto (prima data cerchiata in rosso in chiave Supercoppa) è ancora lontano e le sconfitte, di questi tempi, bruciano meno.
FORMAZIONI
ASTON VILLA (4-4-2): Taylor; Cahill (dal 1' s.t. Gardner), Mellberg (dal 26' s.t. Berger), Laursen (dal 35' Osbourne), Bouma; Young (dal 27' s.t. Maloney), Barry, Reo-Cocker, Moore; Petrov, Agbonlahor (dal 26' s.t. Harewood). All. O'Neill.
INTER (3-4-1-2): Julio Cesar; Materazzi (dal 1' s.t. Solari), Samuel (dal 33' s.t Fatic), Chivu; Cesar (38' st Desenclos), Stankovic, Dacourt, Maxwell; Jimenez (dal 1' s.t. Figo); Cruz (dal 1' s.t. Suazo), Ibrahimovic (dal 18' s.t. Adriano). All. Mancini
RETI: Barry al 18' p.t.; Laursen al 2', Barry (rig.) al 23' s.t.
AMMONITI: Laursen e Cesar nel primo tempo; Gardner, Ibrahimovic, Dacourt e Osbourne nella ripresa.
ARBITRO: Rennie
 

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E' una Roma bella a metà
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A Londra, i giallorossi dominano per un'ora la partita col West Ham, vanno in vantaggio con Giuly e sprecano tante occasioni per il raddoppio. Ma gli inglesi non mollano e ribaltano il risultato nella ripresa con le reti di McCartney e Ashton
Il portiere inglese Green sbarra la strada a Taddei. Richiardi
Il portiere inglese Green sbarra la strada a Taddei. Richiardi
LONDRA, 4 agosto 2007 - La Roma riprende confidenza col calcio inglese dopo i sette schiaffi rimediati all'Old Trafford nella scorsa Champions League, ma lo fa con un'altra sconfitta. L'1-2 all'Upton Park contro il West Ham, però, è negativo solo sul piano del risultato, perché i giallorossi dominano il match per un'ora buona e vengono puniti nelle fasi finali.
OTTIMO GIULY - Per tutto il primo tempo, Spalletti guarda i suoi attaccanti mettere i brividi al pubblico degli Hammers: i movimenti offensivi, qualunque siano gli interpreti, sembrano funzionare a meraviglia. Dietro a Totti, la linea delle tre mezzepunte è formata da Esposito, Giuly e Taddei. I due nuovi innesti si adattano in fretta a un 4-2-3-1 che in Inghilterra non si vede tutti i giorni e che fa venire il mal di testa ai difensori in maglia Claret and Blue. Il francese ex Barcellona è forse la nota più positiva: classe, senso tattico, velocità d'esecuzione e tutta l'esperienza di un giocatore abituato a essere protagonista nelle partite internazionali. Il suo gol, che sblocca il risultato dopo una prima fase di studio, è un concentrato di tecnica e potenza: gran botta dal limite dell'area e palla sotto l'incrocio, grazie anche a un assist rasoterra di Taddei.
OCCASIONI SPRECATE - Trovato il vantaggio, la Roma potrebbe dilagare. Le occasioni fioccano: Giuly serve a Esposito un pallone che l'ex cagliaritano trasforma in una sfortunata girata volante sulla traversa, poi Taddei si fa fermare dal portiere Green in uscita disperata. Curci interviene soltanto per disinnescare una punizione di Bellamy, perché per il resto Mexes e Kuffour (preferito al centro della difesa all'acciaccato Andreolli, in attesa di Juan) concedono poco o nulla a Bellamy, nuovo acquisto degli Hammers. Poco prima dell'intervallo, Esposito avrebbe la chance di coronare una prestazione molto generosa con il gol del 2-0, ma dopo aver saltato il portiere non inquadra la porta, confermando lo scarso feeling col gol.
RIMONTA - Il West Ham del dopo-Tevez (l'argentino dovrebbe ormai aver preso la strada di Manchester) è ancora poca cosa. Ljungberg, arrivato dall'Arsenal, non sembra ancora inserito negli schemi di Curbishley. Noble in mezzo al campo viene sovrastato dalla freschezza e dall'abilità tecnica dell'ottima coppia De Rossi-Aquilani, mentre Boa Morte è ben arginato da Panucci. La ripresa si apre sulla falsa riga di quanto visto nei primi 45', con un tiro di De Rossi che sfiora il palo. Cassetti entra e si fa male, sostituito quasi subito da Rosi. Poi è Giuly, lanciato da una bella intuizione di Aquilani, a graziare ancora il West Ham. E qui la Roma deve imparare la lezione: avrebbe potuto chiudere la gara, invece subisce la rimonta inglese alla prima disattenzione. L'1-1 arriva grazie a uno stacco del terzino McCartney, che fulmina Curci. E a metà ripresa gli Hammers mettono la freccia: Ashton, entrato dopo l'intervallo, salta Mexes e manda a bersaglio l'immeritato 2-1. Un premio all'orgoglio degli inglesi, sempre combattivi anche quando sembrano battuti. Serie di cambi nel finale, spazio anche a Vucinic (che spreca la palla del 2-2), Nonda e Barusso. Un campanello d'allarme per Spalletti, pur privo di Doni, Juan, Pizarro, Mancini e Perrotta: la Roma è bella, gioca a memoria, ma deve diventare più concreta e spietata. Altrimenti rimette in gioco tutti gli avversari, anche quelli che tecnicamente non reggono il passo giallorosso.
 

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Cuore Juve nel finale
Scivolata evitata: 1-1
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I bianconeri pareggiano con il Sunderland, neopromosso in Premier League. Inglesi avanti in avvio con Murphy: la squadra di Ranieri spreca tante occasioni, poi segna nel finale con Molinaro
David Trezeguet sfiora il gol sottomisura. LaPresse
David Trezeguet sfiora il gol sottomisura. LaPresse
SUNDERLAND (Inghilterra), 4 agosto 2007 - La Juventus migliora. Contro il Sunderland evita in extremis un'altra scivolata, pareggiando 1-1. Molinaro pareggia nel finale il gol segnato dagli inglesi in avvio, con Murphy. La Juventus scongiura così la terza sconfitta consecutiva in amichevole, dopo quelle con Newcastle e Amburgo. Però se tre indizi fanno una prova la Juve torna dalla tournèe fuori dai confini nazionali con una certezza: c'è tanto da migliorare in chiave campionato. Soprattutto in difesa, da quanto si è visto anche oggi. Ma non è che contro il Sunderland, allenato da Roy Keane e neopromosso in Premier League, i bianconeri abbiano steccato. La squadra di Ranieri ha sprecato tantissimo, creando tante occasioni da gioco, confermando una confortante capacità di manovra, pur di fronte ad un avversario non irresistibile. Ed ha dimostrato carattere, rifiutando una sconfitta che sembrava ormai inevitabile. Adesso la squadra farà rientro immediato a Torino, poi due giorni di riposo. Il prossimo impegno l'8 agosto: il Trofeo Moretti con Inter e Napoli.
LA GARA - Nel primo tempo le occasioni si susseguono. Merito degli attacchi, ma soprattutto delle tante, troppe, disattenzioni difensive. Da entrambe le parti. La Juve parte male. Buffon è subito provvidenziale quando alza sopra la traversa un colpo di testa di McShane, ma sul sussseguente angolo un nuovo colpo di testa, stavolta di Etuhu, chiama il portiere bianconero alla respinta, e Murphy sottomisura mette dentro a porta vuota. Tutto troppo facile per la squadra di Keane. La Juve però risponde: Almiron è lucido in costruzione e prezioso in copertura, Iaquinta è molto vivo fisicamente, e punta continuamente gli avversari. Le palle gol arrivano a raffica: Salihamidzic (opaco) mette fuori un destro in contropiede, Nedved e Almiron su punizione sfiorano l'1-1. L'opportunità migliore capita a Trezeguet: il suo interno destro ravvicinato è deviato sulla traversa da Fulop. Il francese ci riprova di sinistro (appena a lato), mentre Iaquinta, lanciato da Tiago, spreca solo davanti al portiere dei "gatti neri", che evidentemente portano sfortuna agli avanti bianconeri. Il Sunderland non subisce passivamente: produce meno gioco della Juve, ma su ogni calcio piazzato fa venire i brividi a Buffon. Un colpo di testa del solito Etuhu , un colosso, finisce di poco fuori.
TRIDENTE - Nella ripresa la Juve cambia volto. In difesa gli esterni diventano Birindelli e Molinaro, Chiellini - oggi titolare dopo lo sfumato trasferimento al Manchester City - scala in mezzo, accanto ad Andrade. Ma soprattutto entra Del Piero. E non al posto di Iaquinta, ma al fianco suo (il capitano juventino a sinistra, l'ex Udinese a destra) e di Trezeguet: a formare un inedito tridente d'attacco. Ale va subito vicino al pari su punizione: Fulop strepitoso nel rifugiarsi in angolo. Il ritmo di gara cala, l'agonismo no, con Chiellini e Chopra che non se le mandano a dire. Nel finale Del Piero perde l'attimo fuggente a centroarea, e sul fronte opposto John si divora un gol quasi fatto solo davanti a Belardi. La Juve stavolta punisce gli sprechi avversari: Del Piero di testa rifinisce per Molinaro, che indovina una sventola incrociata che vale l'1-1. La Juve respira, anche perchè una botta di Stokes finisce sul palo. I risultati d'agosto non conteranno poi molto, ma tre sconfitte di fila sarebbero state troppe.
SUNDERLAND-JUVENTUS 1-1
MARCATORE: Murphy (S) al 7' p.t.; Molinaro (J) al 43' s.t.
SUNDERLAND (4-4-2): Fulop; Halford (dal 40' s.t. Kay), Nosworthy, McShane (dal 30' s.t .Anderson), Wallace (dal 24' s.t. Collins); Miller, Whitehead (dal 15' s.t. Yorke), Etuhu (dal 15' s.t. Stokes), Richardson; Chopra (dal 15' s.t. Connolly), Murphy (dal 24' s.t. John).
JUVENTUS (4-4-2): Buffon (dal 1' s.t. Belardi); Zebina (dal 1' s.t. Birindelli), Andrade, Grygera (dal 1' s.t. Molinaro), Chiellini (dal 27' s.t. Criscito); Salihamidzic (dal 1' s.t. Del Piero), Almiron (dal 24' s.t. Zanetti), Tiago (dal 15' s.t. Nocerino), Nedved; Trezeguet, Iaquinta (dal 29' s.t. Palladino).
 
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